Intanto va rimarcato il processo dell’accoglienza, decisamente in crescita, sia pure nelle condizioni difficili in cui operiamo tuttora. La mancanza degli spazi idonei è risultato un problema per la catechesi, ma per il resto nessuno è rimasto senza ascolto. Dal confessionale, al container, ai locali della Caritas, l’accoglienza è stata offerta con naturalezza e simpatia. Il coinvolgimento a sostegno dei lavori di rifacimento della casa parrocchiale si è dimostrato efficace e soprattutto convinto. Il che lascia ben sperare per il futuro.
Altro elemento positivo, direttamente ispirato dal cammino sinodale, è l’impegno nella formazione. In alcuni gruppi è una realtà affermata (vedi la Caritas, la Confraternita, i Ministri della Comunione). Viene proposta a ogni gruppo in maniera esplicita una scelta che abbracci la formazione diciamo pure per principio. Ciò vuol dire che ogni occasione è buona per confrontarci e metterci in discussione.
Sarebbe stato opportuno un confronto più aperto sia tra i gruppi sia con le persone che a vario titolo si avvicinano alla chiesa e ne aspettano incoraggiamento e speranza, superando le chiusure derivanti dal Covid e non solo. Sarà l’impegno del prossimo futuro.