In questo anno gli incontri dedicati al percorso sinodale sono stati: uno nel CPP e altri (due) in qualche gruppo della Parrocchia. Gli scout hanno fatto un percorso anche di zona. Non siamo riusciti a creare occasione o momenti all’esterno dell’ambito strettamente parrocchiale.
Negli incontri abbiamo seguito la traccia che ci è stata offerta.
Per essere Chiesa sulla soglia è necessario coltivare un atteggiamento capace di entrare in sintonia con gli altri, sapendo accogliere sia i momenti dell’entusiasmo, della voglia di fare che si manifesta in alcune persone e poi con grande velocità, anche nelle stesse persone, si evidenziano sentimenti di scoraggiamento, di stanchezza e di disimpegno. L’accoglienza di questo sentimento “altalenante” è un tratto che deve caratterizzare la comunità ecclesiale.
A giudizio di il tema della rimodulazione dei linguaggi non è una priorità: il di più della vita cristiana si comunica con la capacità di appassionarsi, in modo particolare verso i giovani mettendosi al loro servizio con umiltà.
Avere la consapevolezza che non abbiamo risposte alle tante questioni e/o interrogativi. Molte volte le domande che vengono fuori non sono chiare, ma hanno bisogno di condivisione senza cercarle per forza di cose di indirizzarle dentro una “struttura” educativa o catechetica.
Questo comporta essere una Chiesa che non si preoccupa innanzitutto di creare percorsi, ma condivide il vissuto delle persone e fa qualche proposta comunitaria nella linea della fraternità e della preghiera. Una chiesa piccola anche nei numeri.
Quello che è mancante nei gruppi e anche nelle comunità cristiane è il tempo: le proposte che vengono formulate non trovano riscontro nella comunità. Ognuno sembra preso dal desiderio di dare tempo e energie alle sue proposte e poco a quelle comunitarie. Dall’ascolto fatto nel CPP prevale l’idea di non riempire di proposte l’anno pastorale. Indicare alcuni momenti comunitari essenziali e aiutare a crescere, attraverso la verifica pastorale, nell’accoglienza ed interiorizzazione di essi.
Misurare il livello di maturazione e di accoglienza di una comunità dalla capacità e dal suo desiderio di dedicare tempo innanzitutto non strutturato, sia a chi si affaccia sulla soglia e a chi sta “dentro”.