Le risposte alle domande proposte riguardo al sinodo della Chiesa e come la si vede nel mondo di oggi hanno avuto accenti diversi, qualcuno di critica, qualche altro di proposta e sono emersi anche sentimenti di scoraggiamento rispetto all’accoglienza ricevuta dai sacerdoti. Altre invece denotano una scarsa conoscenza e scollamento delle persone su cosa sia l’istituzione ecclesiale, la parrocchia, i movimenti laicali, le opere sociali e su cosa in realtà fanno. Molti commenti sono stati scritti da persone che probabilmente non frequentano la vita della parrocchia e conoscono pochissimo le dinamiche e l’organizzazione della Chiesa (un esempio su tutti: rendere più semplice la lettura delle sacre scritture. Più spazio ai laici nella celebrazione dei sacramenti perché un laico non può celebrare l’eucarestia?). Nel mare di una comunicazione troppo affollata è sempre più difficile far arrivare a tutti, ciò che la Chiesa fa ogni giorno per gli ultimi. Tutto ciò premesso, ecco di seguito una sintesi delle riflessioni più significative emerse dalle risposte alle domande rivolte alle persone che in qualche modo frequentano e conoscono la parrocchia.
Riguardo alle critiche sono emerse le seguenti considerazioni:
La Chiesa deve essere più sincera rispetto al dialogo con le persone. C’è chiusura verso i problemi attuali quali: la sessualità, l’omosessualità, la partecipazione ai sacramenti da parte dei divorziati e/o riaccompagnati.
C’è anche, in genere (non sempre), poca empatia verso i giovani i quali non vengono invogliati a partecipare attivamente alla vita religiosa.
C’è bisogno di una chiesa più vicina al vissuto delle famiglie, alle problematiche dei giovani e un’attenzione particolare agli anziani soli.
È emerso anche un rifiuto rispetto ad una chiesa che si interessi di politica.
Secondo qualcuno la Chiesa ha combattuto con poca energia e convinzione contro la pedofilia. Ci sono anche da parte della Chiesa posizioni troppo rigide sull’eutanasia e sull’uso dei mezzi contraccettivi.
È stato messo in evidenza anche il desiderio di vedere i sacerdoti più vicini ai fedeli in termini di empatia, suggerendo la programmazione di maggiori occasioni per incontrare i giovani, le persone anziane e coloro che soffrono. In questo, vi rientra anche la critica rispetto alla mancanza di confronto con il mondo laico, soprattutto con i giovani.
Secondo qualcuno il sacramento della riconciliazione è un po’ trascurato. La fatica nasce dal fatto che bisogna cercare il sacerdote al telefono e prendere appuntamento. Maggiore presenza dei sacerdoti che hanno problemi di deambulazione e vorrebbero la confessione e la comunione in casa.
Qualcun altro invita la chiesa a preparare meglio e controllare di più i professori di religione. I ragazzi hanno tutti paura di fare catechismo in classe e dormire. Il desiderio dei ragazzi/e invece è quello di avere dei professori motivati capaci di insegnare seriamente la storia delle religioni e i principi della fede cattolica, perché solo la conoscenza approfondita di tutto ciò ci può avvicinare verso chi è diverso da noi. L’insegnamento della religione apre la mente e il cuore ed insegna a confrontarsi con il prossimo comportandosi con rispetto ed educazione.
Tra le proposte le persone hanno chiesto di:
Che la Chiesa aiuti i bambini ad affrontare la vita di oggi.
Promuova iniziative (catechesi, preghiere, concerti, ecc…) mirate a favorire una nuova ed urgente evangelizzazione delle famiglie e quindi di tutto il popolo di Dio.
Creare degli “ambiti” creativi con iniziative di gioco, canto, dialogo e ascolto cosicché i bambini, gli adolescenti e i giovani si possano sentire più accolti, più capiti e amati.
Seguire sempre di più le parole e l’esempio di Papa Francesco aiutando i poveri e gli esclusi.
Riscoprire l’insegnamento di Papa Giovanni Paolo II verso i giovani. Aveva trovato la chiave per parlare con i giovani. Bisogna riavvicinarsi noi umilmente ai giovani altrimenti la chiesa rimane solo un apparato statico e vetusto che parla una lingua diversa. La Chiesa come luogo di incontro per iniziative non solo impegnate ma anche alla portata di tutte le persone.
La parrocchia dovrebbe promuovere di più l’incontro tra i fedeli, magari con riunioni informarli anche conviviali, il fine non è mangiare e bere, ma incontrarsi e attraverso questo creare comunità, e chissà potrebbe nascere amicizie, iniziative, progetti.