Si rivelano dapprima alcuni aspetti critici della vita ecclesiale:
- aver perso credibilità negli adulti, sacerdoti, consacrati, laici impegnati nella chiesa(forma della testimonianza e della credibilità);
- Le nostre comunità spesso sono luoghi freddi con rigidi orari di apertura al pubblico e persone a volte poco disponibili, che raramente accolgono con un sorriso e con poco tempo da dedicare agli altri;
- Si fa sempre più fatica ad andare incontro a chi è in difficoltà fuori dalla vita ecclesiale;
- Il prete spesso non esprime la sua presenza paterna perché impegnato in altri incarichi;
- Lamentele continue: “non si fa questo, non si prende iniziativa per quello, ecc”, ma poi nessuno fa il primo passo in una certa direzione, in un percorso nuovo;
- Gli impegni e i servizi ricadono su pochi: se si fermano questi si ferma molto della prassi ecclesiale;
- Una certa confusione sulle cose da credere: opinioni e verità vengono spesso scambiate con disinvoltura. Andare all’essenziale ed evitare un diffuso intellettualismo e anche forme “esteriori” liturgiche che cercano solo un consenso al ribasso;
- Il tema dei giovani: si sentono tagliati fuori, incomunicabilità, non accompagnamento anche da parte delle figure istituzionali;
- Situazione sociale complessa e difficoltà a formulare una proposta di fede capace di interagire con le sfide che essa lancia alla scelta della fede;
Alcune proposte su cui orientare la vita ecclesiale:
- Creare belle occasioni di accoglienza, di condivisioni e preghiera comunitaria. In passato ci sono state certo, ma non sempre hanno avuto la capacità di coinvolgere le giovani coppie, i giovani, ecc poiché non parlavano il loro linguaggio, si è sempre presi e chiusi nel gruppo o associazionismo;
- La capacità di osare, il coraggio di farlo, ci si lamenta che non si fa, che non c’è questo non c’è quello, ma no si fa nulla per cambiare, promuovere, fare il primo passo, chiesa resta seduta, ferma;
- L’attenzione e la scelta educativa e pastorale verso i giovani;
- La liturgia luogo centrale della vita cristiana: preparazione insieme laici e presbiteri;
- La dimensione formativa in modo particolare quella spirituale;
- Far funzionare gli organismi di partecipazione parrocchiale: fare il cammino sinodale e non far nascere e funzionare i luoghi della partecipazione è già dire che il cammino è fermo;
- Condividere le scelte (poche) della chiesa diocesana e attuare la verifica durante il cammino.